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Di inopportuno c’è solo l’indifferenza

Cosa è inopportuno, un maestro che fa riflettere o più di 25mila esseri umani morti dal 2014 a casa nostra, sotto i nostri occhi?


Oggi, più che mai, l’acca può aspettare, i (piccoli) progetti di un maestro mutare, oggi anche la felicità, i sorrisi spontanei e naturali dei sei anni possono essere per un momento messi da parte.


E allora, dopo averli lasciati raccontare delle loro cose belle e aver giocato con la neve, ho detto loro che gli avrei raccontato una cosa triste. Che mi spiaceva, ma che era giusto così, perché il mondo non è sempre bello, purtroppo, e soprattutto perché la responsabilità è anche nostra, prevalentemente nostra.


Perché su quella barca naufragata c’erano persone, proprio come noi, tra cui tanti bambini, proprio come loro. Su quella barca c’erano relazioni, sogni, paure, pensieri, speranze, uccise non dal mare, ma da altri essere umani, da noi.
Uccise dalla nostra indifferenza.


E allora andando a scuola ho comprato un quotidiano e abbiamo letto insieme cosa era successo, ho mostrato la foto dei resti di quella barca, ho aperto una cartina e ragionato perché proprio nel mediterraneo.


Abbiamo ripensato al ragnetto Gnec conosciuto in un libro letto da poco, alla parola accoglienza e all’importanza di aiutare chi si trova in difficoltà.
Abbiamo riflettuto su cosa avremmo potuto fare di più, e cosa possiamo, nel nostro piccolo, tutti quanti, fare adesso.


Abbiamo ascoltato una canzone di quello stesso cantautore che ne aveva scritta una così bella e divertente sui calzini spaiati. Questa volta la canzone era triste e, come oggi, anche in quella canzone cadeva la neve.
https://www.youtube.com/watch?v=Dhil14KFv0Y&feature=youtu.be


Tra i tanti pensieri condivisi, I. ha detto che ne aveva parlato con sua mamma, G. si è chiesta perché nessuno è riuscito ha aiutarli, D. ha chiesto perché ci fossero anche dei bambini, B. ha detto che con una nave di quelle che ha preso lei non sarebbe successo, F. ha formulato una domanda dalla difficile risposta: “Perché esiste la guerra?”


Per me l’unica cosa veramente inopportuna è l’indifferenza. Chissà se arriverà a scuola una lettera che invita tutti i docenti a parlare della tragedia avvenuta: ho qualche dubbio, spero di sbagliarmi.

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